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Teatro Sociale di Rovigo: Andrea Chénier

Teatro Sociale di Rovigo Andrea Chénier - ph Nicola Boschetti - recensione di Opera Mundus
Teatro Sociale di Rovigo Andrea Chénier - ph Nicola Boschetti - recensione di Opera Mundus

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La stagione lirica del Teatro Sociale di Rovigo apre il 2025 con un titolo impegnativo per esecuzione, allestimento e complessità dei ruoli previsti, ma indubbiamente uno dei lavori emotivamente e musicalmente più coinvolgenti nel panorama dell’opera italiana tra l’Otto e Novecento, epoca di grandi trasformazioni politiche, sociali e fermento ideologico.

Andrea Chénier con musiche di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica che l’editore Sonzogno per la sua realizzazione appoggia nel 1896 .

E’ il tempo nel quale nasce una nuova corrente musicale e drammaturgica: una “giovane scuola” scapigliata e verista alla quale appartengono anche opere come “Cavalleria Rusticana” di Mascagni o “Pagliacci” di Leoncavallo.

La vicenda del poeta e giornalista Andrea Chénier è vera.

La storia che lo vede un antigiacobino che scrisse inneggiando alla libertà di pensiero e contestò la tirannide di Robespierre che insanguinava la Francia,  rimanendo egli stesso vittima della Rivoluzione francese  è reale, ma la vicenda che lo vede innamorato di Maddalena di Coigny e che il sentimento tra i due sia fonte spiata di gelosia e delazione da parte di Gerard – dapprima servo della famiglia di Coigny, poi alto funzionario della rivoluzione e invaghito di Maddalena  – che ne causa l’arresto portandoli al patibolo pur con tardivo pentimento, è pura invenzione del librettista ai fini della costruzione delle sfumature utili al melodramma svolto in quattro quadri.

Con un nuovo allestimento e nuova produzione del teatro Verdi di Pisa in coproduzione con il teatro del Giglio di Lucca, il Grande di Brescia, il Fraschini di Pavia, il Sociale di Como e Ponchielli di Cremona, il teatro rodigino ha questo coraggio e – con la regia di Andrea Cigni adeso senza stravolgimenti al contesto storico, le suggestive scene (soprattutto nel secondo e terzo quadro con l’altare a Marat, i palazzi devastati dalla rivoluzione, le bandiere francesi che sventolano tra i fumi delle cannonate e l’improvvisato tribunale rivoluzionario) di Dario Gessati  ed i fedeli costumi di Chicca Ruocco – mette in scena Andrea Chénier.

Luci e coreografie rispettivamente di Fiammetta Baldiserri, Oscar Frosio e Isa Traversi.

L’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta che tiene con vigore i solidi volumi musicali, è ben diretta dalla bacchetta del Maestro e Concertatore Francesco Pasqualetti che pur in qualche passaggio incita ad enfasi di potenza non necessaria con il rischio di soverchiare talvolta le voci del palcoscenico. Il Coro Archè di Pisa è pregevole sia per armoniosa coesione esecutiva sia per la presenza scenica che lo vede passare dalle feste del palazzo della contessa di Coigny, a popolo inneggiante la rivoluzione fino a diventare esaltato gruppo di tricoteuses davanti al patibolo, ha come Maestro Marco Bargagna.

La forza rivoluzionaria e la passione della vicenda nel componimento melodrammatico, ricco di importanti personaggi e situazioni in un florilegio musicale notevole per intensità esecutiva e slanci melodici, prevede vocalità onerose, grandi arcate melodiche, impegnativi registri acuti, tessiture spinte ed estensioni sapienti; forse per questo motivo la bella opera del compositore foggiano non è così spesso rappresentata. Il Sociale ricorda ancora un Andrea Chénier eseguito nel 1947 con l’indimenticabile partecipazione di Mario Del Monaco.

Maddalena ha la voce del soprano Maria Teresa Leva che ben si adatta a ruoli impegnativi e svettanti. Il suo timbro è solido e tiene la varietà di accenti. Possiede un buon fraseggio e riesce ad essere convincente sia nella frivola ragazza delle feste spensierate dell’ancien régime, che nei drammatici momenti “Se della vita sua tu fai prezzo il mio corpo…ebbene, prendimi!” o la struggente “La mamma morta”.

Alessandra Palomba che interpreta scenicamente con sicurezza sia la Contessa di Coigny che Madelon, esprime omogenea i registri centrali, ma al limite di tenuta sono le impegnative spinte acute che risultano in più di un momento in asperità appannata.

Il mezzosoprano Shay Bloch che interpreta Bersi è gradevole e diamantina, Fernando Cisneros nel doppio ruolo di Mathieu e Fléville è baritono dal tratto sicuro, buona sonorità brunita il Roucher del basso AlessandroAbis, convincenti Gianluca Lentini anch’egli nel doppio ruolo di Schimdt/Fouquier Tinville e Giorgio Marcello, Maestro di Casa/Dumas.

Si fa notare la buona prova tenorile per fraseggio, proiezione, controllo vocale e presenza scenica, Marco Miglietta che veste i doppi panni dell’Abate e Un Incredibile.

Kim Gangsoon è disinvolto nel ruolo di Gérard; si muove con sicurezza e con sicurezza canta.

Ha fraseggio di ottima scuola ed un buon timbro incisivo e controllato nel volume. Interpreta partecipe sia la furia possessiva del rivoluzionario Gérard vendicativo che quella della resa sentimentale senza vendetta alla richiesta di Maddalena di unirsi al destino funesto di Andrea. L’attesa e bella aria “Nemico della patria?!” è ben sostenuta e merita gli applausi tributati a scena aperta.

Il tenore Martin Muehle ha sì timbro vigoroso, potente, ma con spinte proiettate in eccessiva energia che spesso scompongono gli acuti. Un po’ delude perché non dobbiamo dimenticare che Chénier è un poeta e mancano quei morbidi legati espressivi della profondità di un sentimento di intensità verista.

Nell’ultimo quadro infatti, sembra affaticato e chiude disomogeneo sia “Come un bel dì di maggio” che il duetto con Maddalena “Vicino a te s’acqueta”.

Va riconosciuto a Muehle di essere stato chiamato a sostituire il tenore titolare in cartellone solo negli ultimissimi giorni e che, per questo difficile ruolo, pochissimo tempo c’è stato per fare prove d’assieme.

Seconda recita Domenica 26 gennaio ore 16.00 con Samuele Simoncini che si avvicenda nel ruolo di Andrea Chénier.

Andre Chénier – 24 gennaio 2025 – Teatro Sociale di Rovigo

dramma di ambiente storico in quattro quadri
musica di Umberto Giordano
libretto di Luigi Illica

Nuovo allestimento e nuova produzione del Teatro Verdi di Pisa in coproduzione con Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Grande di Brescia,

Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Sociale di Como, Teatro Ponchielli di Cremona

CAST

Andrea Chénier Martin Muehle
Carlo Gérard Kim Gangsoon
La Contessa di Coigny/Madelon Alessandra Palomba
Maddalena di Coigny Maria Teresa Leva
Bersi Shay Bloch
Roucher Alessandro Abis
Mathieu/Pietro Fléville Fernando Cisneros
Un Incredibile/L’Abate Marco Miglietta
Schmidt/Fouquier Tinville Gianluca Lentini
Il Maestro di Casa/Dumas Giorgio Marcello

maestro concertatore e direttore d’orchestra Francesco Pasqualetti
regia Andrea Cigni
scene Dario Gessati
costumi Chicca Ruocco
luci Fiammetta Baldiserri e Oscar Frosio
coreografie Isa Traversi

Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Arché di Pisa
maestro del coro Marco Bargagna

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Chiara Casarin

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